giovedì 8 febbraio 2018

DURC


Il Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC) ha la funzione di attestare la regolarità contributiva di un’impresa per quanto concerne gli adempimenti previdenziali, assicurativi e assistenziali INPS, INAIL e Cassa Edile. Si tratta di un certificato fondamentale soprattutto per le imprese che intendono partecipare ad appalti pubblici, ma anche per la stipula dei contratti, stati di avanzamento lavori e liquidazioni finali e per i lavori privati soggetti al rilascio della concessione edilizia o alla DIA, per le attestazioni SOA.
In merito alla regolarità del DURC sono stati diversi gli interpelli, le note e le circolari pubblicati negli anni per rispondere a vari quesiti sollevati anche a fronte delle diverse novità normative introdotte, come le semplificazioni contenute nella legge 98/2013 (legge di conversione del cosiddetto “Decreto del Fare”) o correlate al Decreto ministeriale 30 gennaio 2015 relativo al nuovo DURC on-line.
DURC irregolare
Uno degli ultimi interpelli (n. 1/2016) presentato dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri alla Commissione Interpelli ha visto come oggetto la “corretta interpretazione da dare ai commi 9 e 10 dell’art. 90 del decreto legislativo 9/04/2008 n. 81, in tema di obblighi del committente o del responsabile dei lavori e dell’estensione della previsione che tratta dell’assenza del documento unico di regolarità contributiva delle imprese o dei lavoratori autonomi”. In particolare il CNI ha chiesto di sapere:
“L’esatto significato della dizione ‘in assenza del documento unico di regolarità contributiva’ ivi contenuta e, nello specifico, se la presenza di un DURC irregolare nel senso indicato equivalga ad assenza del DURC e, quindi, se i lavori possano svolgersi senza che gli uffici comunali abbiano acquisito un DURC regolare delle imprese o dei lavoratori autonomi;
 se sia ammissibile in tale ipotesi la sospensione del titolo abilitativo da parte delle amministrazioni concedenti che – nell’ambito dei compiti di autonoma richiesta del DURC introdotte con le normative di semplificazione amministrativa – al momento della ricezione del DURC irregolare provvedono a notificare al committente l’irregolarità, sospendendo l’efficacia del titolo abilitativo. Occorrerebbe, cioè, meglio chiarire quanto indicato all’art. 90, comma 10, secondo periodo, d.lgs. n. 81/2008 (‘L’organo di vigilanza comunica l’inadempienza all’amministrazione concedente’), che specifica una particolare ed univoca casistica applicativa della norma che si sostanzia in un accertamento connesso con sopralluogo dell’organo di vigilanza in cantiere e quindi con il riscontro della ‘assenza del DURC”.
La Commissione ha quindi sottolineato che, con riferimento alla normativa che disciplina il cosiddetto DURC on-line (DM 30 gennaio 2015), il DURC “non può essere emesso in caso di irregolarità”:
“Per ‘assenza del documento unico di regolarità contributiva (DURC)’ deve intendersi il mancato rilascio, tramite la procedura on-line, dello stesso”. Ovvero, “se non può essere attestata la regolarità dei versamenti contributivi non viene rilasciato un ‘DURC irregolare’ non solo perché non è previsto dal sistema di cui al DM in parola ma perché, ontologicamente, il DURC è solo regolare. Non a caso l’art. 2, co. 2 e l’art. 7 del DM 30/01/2015 fanno riferimento ad un documento generato solo dopo l’esito positivo della verifica che attesta la regolare posizione del soggetto tenuto ad effettuare i versamenti contributivi, mentre in caso di ‘assenza di regolarità’ nell’art. 4 del citato decreto è prevista la procedura per ha regolarizzazione, all’esito (positivo) della quale è possibile ottenere il rilascio del DURC”.
Mancato DURC conseguenze e regolarizzazione
Dunque la Commissione ritiene corretto che:
“L’amministrazione concedente sospenda l’efficacia del titolo abilitativo in assenza del DURC, sia nel caso di inadempienze comunicate dall’organo di vigilanza, sia nel caso di inadempienze accertate direttamente dall’amministrazione concedente stessa”.
Ricordiamo poi che un DURC negativo per i lavoratori privati comporta la sospensione del titolo abilitativo relativo alla concessione edilizia o alle DIA e quindi dell’attestazione da parte delle SOA.
In caso di posizione irregolare del richiedete il DURC online, il sistema invia entro le successive 72 ore le cause dell’irregolarità che possono essere sanate così da ottenere il certificato.  L’Ispettorato Nazionale del Lavoro, con la circolare prot. n. 255 del 2017 ha chiarito che se, a seguito della notifica dell’invito a regolarizzare, il datore di lavoro non provvede, prima dell’esito delle verifiche di regolarità, al pagamento delle somme richieste o alla regolarizzazione delle violazioni, tale situazione determina la perdita definitiva dei benefici normativi e contributivi goduti e oggetto di verifica ai sensi dell’art. 1, comma 1175, della L. n. 296/2006. In più,  le violazioni rilevate in sede ispettiva comportano il recupero dei benefici fruiti limitatamente al lavoratore cui le stesse violazioni si riferiscono e per tutto il periodo in cui si siano protratte, anche in caso di successive regolarizzazioni. Il versamento della contribuzione addebitata per il lavoratore a seguito dell’ispezione inciderà positivamente solo sul successivo rilascio del DURC.
Il Consiglio di Stato, Sez. VI, con la sentenza n. 4158/2017, si è pronunciato sulla possibilità di regolarizzare il DURC, ritenuto irregolare al momento della presentazione dell’offerta precisando che è condividere l’orientamento della giurisprudenza secondo cui i requisiti di partecipazione ad una procedura selettiva devono essere posseduti alla data della domanda:
“L’assenza del requisito della regolarità contributiva, costituendo condizione di partecipazione alla gara, se non posseduto alla data di scadenza del termine di presentazione dell’offerta, non può che comportare l’esclusione del concorrente non adempiente, non potendo valere la regolarizzazione postuma, quand’anche ricondotta retroattivamente, quanto ad efficacia, al momento della scadenza del termine di pagamento” (TAR Lombardia – Milano, Sez. III, 8 gennaio 2014, n. 11).
Diverso il caso in cui il concorrente ad una gara di appalto abbia proposto ricorso contro il DURC negativo, come nel caso esaminato dal TAR Lazio (sez. II, 27 aprile 2017, n. 4939) che ha annullato l’esclusione disposta da Consip nei confronti di un concorrente che pur avendo riportato un DURC negativo ha proposto un ricorso ancora pendente avverso l’Istituto di previdenza: la stazione appaltante, in presenza di un ricorso giurisdizionale, che non sia palesemente pretestuoso, avverso il DURC negativo, non può procedere alla legittima esclusione del concorrente in quanto la grave violazione non può dirsi definitivamente accertata.

GRANDE CONFUSIONE REGNA SOVRANA


La Legge 28 gennaio 2016, n. 11 relativa a “Deleghe al Governo per l’attuazione delle direttive 2014/23/UE2014/24/UE e 2014/25/UE” [che ha dato origine al Nuovo Codice degli appalti, entrato in vigore il 20/5/2016, rettificato con avviso pubblicato sulla GURI n. 164 del 15/7/2016, modificato dal D.Lgs. 19/4/2017 n. 56, modificato dall’art.52-ter della legge 21/6/2017 n. 96 di conversione del D.L. 24/4/2017 n.50, modificato dalla Legge 27 dicembre 2017, n. 205 sul "Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020"],  aveva dettato, all’art. 1, comma 1, lettere a), d), e), r), z), le seguenti disposizioni:
a) divieto di introduzione o di mantenimento di livelli di regolazione superiori a quelli minimi richiesti dalle direttive, come definiti dall’articolo 14, commi 24-ter e 24-quater , della legge 28 novembre 2005, n. 246;
d) ricognizione e riordino del quadro normativo vigente nelle materie degli appalti pubblici e dei contratti di concessione, al fine di conseguire una drastica riduzione e razionalizzazione del complesso delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative vigenti e un più elevato livello di certezza del diritto e di semplificazione dei procedimenti, tenendo in debita considerazione gli aspetti peculiari dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture e dei diversi settori merceologici e di attività e salvaguardando una specifica normativa per il settore dei servizi sostitutivi di mensa, nel rispetto di quanto disposto dalla lettera r);
e) semplificazione e riordino del quadro normativo vigente allo scopo di predisporre procedure non derogabili riguardanti gli appalti pubblici e i contratti di concessione e di conseguire una significativa riduzione e certezza dei tempi relativi alle procedure di gara e alla realizzazione delle opere pubbliche;
r) definizione dei requisiti di capacità economico-finanziaria, tecnica, ivi compresa quella organizzativa, e professionale, attinenti e proporzionati all’oggetto dell’appalto, che gli operatori economici devono possedere per partecipare alle procedure di gara, tenendo presente l’interesse pubblico ad avere il più ampio numero di potenziali partecipanti, nel rispetto dei princìpi di trasparenza e rotazione, nonché a favorire l’accesso da parte delle micro, piccole e medie imprese;
z) riduzione degli oneri documentali ed economici a carico dei soggetti partecipanti, con attribuzione a questi ultimi della piena possibilità di integrazione documentale non onerosa di qualsiasi elemento di natura formale della domanda, purché non attenga agli elementi oggetto di valutazioni sul merito dell’offerta, e semplificazione delle procedure di verifica da parte delle stazioni appaltanti, con particolare riguardo all’accertamento dei requisiti generali di qualificazione, costantemente aggiornati, attraverso l’accesso a un’unica banca dati centralizzata gestita dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e la revisione e semplificazione dell’attuale sistema AVCpass, garantendo a tal fine l’interoperabilità tra i Ministeri e gli organismi pubblici coinvolti e prevedendo l’applicazione di specifiche sanzioni in caso di rifiuto all’interoperabilità.
Gli obiettivi indicati alle lettere a), d), e) sono stati clamorosamente disattesi ed ora molti (tecnici e operatori) hanno cominciato a richiedere la riscrittura del Codice, il superamento di tanti bizantinismi, la non proliferazione di decreti attuativi, di linee guida, di continui aggiornamenti delle linee guida, di comunicati, di delibere e di determinazioni ANAC, di interpretazioni dei TAR e del Consiglio di Stato,  per garantire la rapida e certa realizzazione delle opere pubbliche. Ecco un punto urgente sul quale i partiti dovrebbero impegnarsi per la prossima legislatura!