Bastava
apportare alcune modifiche e integrazioni al precedente Codice per adeguarlo alle
nuove direttive UE. Non solo hanno riscritto il Codice ma hanno anche abolito
il Regolamento. Al posto di un unico regolamento di attuazione (per il quale si
poteva anche impiegare un po' di tempo in più, come successe per il DPR
207/2010) da sottoporre una sola volta ai vari pareri, ci troviamo con decine
di provvedimenti (oltre 60) che devono essere prima predisposti e, poi,
sottoposti ad uno ad uno ai vari pareri. Il risultato è, ormai, sotto gli occhi
di tutti: un codice che annaspa tra provvedimenti mai predisposti, provvedimenti
predisposti e riscritti parecchie volte, provvedimenti già pubblicati ma non
utilizzabili perché entreranno compiutamente in vigore tra qualche anno e così
via. Senza contare i pareri e le delibere dell’ANAC, le sentenze dei TAR e del
Consiglio di Stato. In pratica una grande confusione derivante dall’assenza di
una valida regia. E poi tutti lamentano la lentezza della burocrazia! Provate
ad applicare questo delirio di norme e cavilli degni della peggiore tradizione
bizantina! Il problema non sono i funzionari (genericamente classificati come “burocrazia”)
che devono realizzare le opere ma chi predispone le leggi ed i regolamenti. SEMPLIFICARE!
SEMPLIFICARE! SEMPLIFICARE!
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