Il
Documento di Analisi predisposto dall’Ufficio Valutazione Impatto del Senato
(QUI), analizza l'attuazione della legge n.56 del 2014, con cui sono state
riordinate le Province e istituite le Città metropolitane. Le Regioni a statuto
ordinario hanno approvato numerose leggi con cui hanno riallocato le funzioni
amministrative (non fondamentali) precedentemente attribuite alle ex Province.
I principali esiti dell'analisi sono i seguenti: i) il processo di allocazione
può dirsi concluso; ii) nella maggior parte dei casi si è registrato un
accentramento in capo alle Regioni delle funzioni; iii) è possibile individuare
quattro modelli regionali sulla base dei diversi livelli di centralizzazione.
Lo studio offre inoltre un quadro della situazione finanziaria delle Città
metropolitane e delle Province.
La
riforma Delrio del 2015, che ha trasformato le province in enti di secondo
livello (cioè con organi eletti dai sindaci), si è rivelata non solo
un'incompiuta ma un disastro. Non solo per il taglio delle risorse che ne è
seguito, ma perché sono rimaste sostanzialmente un ibrido pur mantenendo
funzioni importanti come la gestione di 130mila chilometri di strade e di 5.100
scuole superiori. Al referendum, che le avrebbe cancellate dalla Costituzione, doveva
seguire una legge per redistribuire
quelle competenze tra Regioni e Città metropolitane.
I
danni arrecati da questa legge, che ha voluto anticipare una riforma
prescindendo dagli esiti non scontati del referendum costituzionale, sono ormai
evidenti: distruzione di strutture tecniche e amministrative costruite nel
corso degli anni, dispersione di competenze consolidate nei settori tecnici per
la costruzione e gestione delle strade, nell’edilizia scolastica, nella
pianificazione territoriale di area vasta e nella programmazione delle opere di
interesse sovracomunale.
Tutto
questo a fronte di nessun risparmio economico in termini di spesa pubblica. Non
solo. Con il trasferimento in capo alle Regioni di molte competenze la spesa
non potrà che aumentare vista la poca propensione delle Regioni a ridurre le
proprie spese. E le province continueranno ad esistere ma prive di risorse
umane e finanziarie.
Un
grande risultato!
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