giovedì 31 agosto 2017

LA LEGGE SULLE PROVINCE: UN DISASTRO ANNUNCIATO

Il Documento di Analisi predisposto dall’Ufficio Valutazione Impatto del Senato (QUI), analizza l'attuazione della legge n.56 del 2014, con cui sono state riordinate le Province e istituite le Città metropolitane. Le Regioni a statuto ordinario hanno approvato numerose leggi con cui hanno riallocato le funzioni amministrative (non fondamentali) precedentemente attribuite alle ex Province. I principali esiti dell'analisi sono i seguenti: i) il processo di allocazione può dirsi concluso; ii) nella maggior parte dei casi si è registrato un accentramento in capo alle Regioni delle funzioni; iii) è possibile individuare quattro modelli regionali sulla base dei diversi livelli di centralizzazione. Lo studio offre inoltre un quadro della situazione finanziaria delle Città metropolitane e delle Province.

La riforma Delrio del 2015, che ha trasformato le province in enti di secondo livello (cioè con organi eletti dai sindaci), si è rivelata non solo un'incompiuta ma un disastro. Non solo per il taglio delle risorse che ne è seguito, ma perché sono rimaste sostanzialmente un ibrido pur mantenendo funzioni importanti come la gestione di 130mila chilometri di strade e di 5.100 scuole superiori. Al referendum, che le avrebbe cancellate dalla Costituzione, doveva seguire una legge  per redistribuire quelle competenze tra Regioni e Città metropolitane.
I danni arrecati da questa legge, che ha voluto anticipare una riforma prescindendo dagli esiti non scontati del referendum costituzionale, sono ormai evidenti: distruzione di strutture tecniche e amministrative costruite nel corso degli anni, dispersione di competenze consolidate nei settori tecnici per la costruzione e gestione delle strade, nell’edilizia scolastica, nella pianificazione territoriale di area vasta e nella programmazione delle opere di interesse sovracomunale.
Tutto questo a fronte di nessun risparmio economico in termini di spesa pubblica. Non solo. Con il trasferimento in capo alle Regioni di molte competenze la spesa non potrà che aumentare vista la poca propensione delle Regioni a ridurre le proprie spese. E le province continueranno ad esistere ma prive di risorse umane e finanziarie.

Un grande risultato! 

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