sabato 21 luglio 2012

FISCAL COMPACT

Il Fiscal compact, formalmente Trattato sulla stabilità, coordinamento egovernance nell'unione economica e monetaria, noto anche come Patto di bilancio, è il trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance dell'unione economica e monetaria.
Esso contiene una serie di regole, chiamate «regole d'oro», che sono vincolanti nell'UE per il principio dell'equilibrio di bilancio. Tutti gli stati membri dell'Unione Europea hanno firmato il trattato il 2 marzo 2012 ad eccezione del Regno Unito e della Repubblica Ceca.  Il trattato entrerà in vigore il 1° gennaio 2013 se in quel momento almeno dodici membri l'avranno ratificato.
Ogni paese, dopo la ratifica del trattato, avrà tempo fino al 1° gennaio 2014 per introdurre la regola che impone il pareggio di bilancio nella legislazione nazionale. Solo i paesi che avranno introdotto tale regola entro il 1º marzo 2014 potranno ottenere eventuali prestiti da parte del Meccanismo Europeo di Stabilità. L'obiettivo, dopo l'entrata in vigore, è quello di incorporare entro cinque anni il nuovo trattato nella vigente legislazione europea.
I principali punti contenuti nei 16 articoli del trattato sono:

1.    l'impegno ad avere un deficit strutturale che non deve superare lo 0,5% del PIL e, per i paesi il cui debito è inferiore al 60% del PIL, l'1%;

2.    l'obbligo per i Paesi con un debito pubblico superiore al 60% del PIL, di rientrare entro tale soglia nel giro di 20 anni, ad un ritmo pari ad un ventesimo dell'eccedenza in ciascuna annualità;

3.    l'obbligo per ogni stato di garantire correzioni automatiche con scadenze determinate quando non sia in grado di raggiungere altrimenti gli obiettivi di bilancio concordati;

4.    l'impegno a inserire le nuove regole in norme di tipo costituzionale o comunque nella legislazione nazionale, che verrà verificato dalla Corte Europea di giustizia;

5.    l'obbligo di mantenere il deficit pubblico sempre al di sotto del 3% del PIL, come previsto dal Patto di stabilità e crescita; in caso contrario scatteranno sanzioni semi-automatiche;

6.    l'impegno a tenere almeno due vertici all'anno dei 17 leader dei paesi che adottano l'euro.

Il fiscal compact è stato approvato dal Parlamento italiano il 20 luglio 2012. Con la ratifica, di fatto, il nostro paese si impegna nell’arco dei prossimi vent’anni a far diminuire il rapporto tra il debito pubblico e il Pil al 60%, vale a dire ad un livello pari alla metà di quello attuale (120% circa). L’Italia dunque, insieme ad altri paesi europei dovrà, fra le altre cose, ridurre il proprio debito di almeno 3 punti percentuali all’anno per ben 20 anni, se non vuole che scattino le sanzioni dell’Unione Europea.
Cosa significa questo in termini numerici? L’Italia produce un Pil annuale di circa 1580 miliardi su cui grava un debito pubblico che si aggira intorno ai 1965 miliardi. Dunque il 60% del Pil corrisponde su per giù a 948 miliardi di euro. La parte del debito eccedente al 60% del Pil è quindi più o meno di 1017 miliardi. Questo significa che l’Italia dovrà produrre annualmente circa 51 miliardi di avanzo per centrare l’obiettivo previsto dal trattato. E se l’Italia dovesse centrare il pareggio di bilancio e mantenerlo per i prossimi 20 anni, il tasso di crescita medio del Pil che le permetterà di raggiungere il traguardo del rapporto debito/Pil del 60% è di 3,71 punti percentuali.

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