Il
Fiscal compact, formalmente Trattato sulla stabilità, coordinamento egovernance nell'unione economica e monetaria, noto anche come Patto di bilancio,
è il trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance dell'unione
economica e monetaria.
Esso
contiene una serie di regole, chiamate «regole d'oro», che sono vincolanti
nell'UE per il principio dell'equilibrio di bilancio. Tutti gli stati membri
dell'Unione Europea hanno firmato il trattato il 2 marzo 2012 ad eccezione del Regno
Unito e della Repubblica Ceca. Il
trattato entrerà in vigore il 1° gennaio 2013 se in quel momento almeno dodici
membri l'avranno ratificato.
Ogni
paese, dopo la ratifica del trattato, avrà tempo fino al 1° gennaio 2014 per
introdurre la regola che impone il pareggio di bilancio nella legislazione
nazionale. Solo i paesi che avranno introdotto tale regola entro il 1º marzo
2014 potranno ottenere eventuali prestiti da parte del Meccanismo Europeo di Stabilità.
L'obiettivo, dopo l'entrata in vigore, è quello di incorporare entro cinque
anni il nuovo trattato nella vigente legislazione europea.
I
principali punti contenuti nei 16 articoli del trattato sono:
1. l'impegno ad avere un deficit
strutturale che non deve superare lo 0,5% del PIL e, per i paesi il cui debito
è inferiore al 60% del PIL, l'1%;
2. l'obbligo per i Paesi con un debito
pubblico superiore al 60% del PIL, di rientrare entro tale soglia nel giro di
20 anni, ad un ritmo pari ad un ventesimo dell'eccedenza in ciascuna annualità;
3. l'obbligo per ogni stato di garantire
correzioni automatiche con scadenze determinate quando non sia in grado di
raggiungere altrimenti gli obiettivi di bilancio concordati;
4. l'impegno a inserire le nuove regole
in norme di tipo costituzionale o comunque nella legislazione nazionale, che
verrà verificato dalla Corte Europea di giustizia;
5. l'obbligo di mantenere il deficit
pubblico sempre al di sotto del 3% del PIL, come previsto dal Patto di
stabilità e crescita; in caso contrario scatteranno sanzioni semi-automatiche;
6. l'impegno a tenere almeno due vertici
all'anno dei 17 leader dei paesi che adottano l'euro.
Il
fiscal compact è stato approvato dal Parlamento italiano il 20 luglio 2012. Con
la ratifica, di fatto, il nostro paese si impegna nell’arco dei prossimi
vent’anni a far diminuire il rapporto tra il debito pubblico e il Pil al 60%,
vale a dire ad un livello pari alla metà di quello attuale (120% circa).
L’Italia dunque, insieme ad altri paesi europei dovrà, fra le altre cose,
ridurre il proprio debito di almeno 3 punti percentuali all’anno per ben 20
anni, se non vuole che scattino le sanzioni dell’Unione Europea.
Cosa
significa questo in termini numerici? L’Italia produce un Pil annuale di circa
1580 miliardi su cui grava un debito pubblico che si aggira intorno ai 1965 miliardi.
Dunque il 60% del Pil corrisponde su per giù a 948 miliardi di euro. La parte
del debito eccedente al 60% del Pil è quindi più o meno di 1017 miliardi. Questo
significa che l’Italia dovrà produrre annualmente circa 51 miliardi di avanzo
per centrare l’obiettivo previsto dal trattato. E se l’Italia dovesse centrare
il pareggio di bilancio e mantenerlo per i prossimi 20 anni, il tasso di
crescita medio del Pil che le permetterà di raggiungere il traguardo del
rapporto debito/Pil del 60% è di 3,71 punti percentuali.
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