Dall'Autorità
nazionale anticorruzione arriva una nuova bocciatura della maxi-gara – importo
a base d’asta 157.294.390,86 euro, stazione appaltante il Comune di Bologna –
per l'affidamento del servizio pluriennale per la gestione degli impianti
tecnologici, manutenzione delle strutture edili, climatizzazione ed energia
degli immobili destinati ad attività scolastica, ad uffici giudiziari, musei,
biblioteche ed altri immobili di importanza cittadina, appartenenti al
patrimonio del Comune di Bologna.
Con
il nuovo parere di precontenzioso n. 207 del 25 novembre 2015, l'Autorità
anticorruzione ritiene che “è
illegittimo e restrittivo della concorrenza l’oggetto contrattuale
dell’affidamento in oggetto, il quale si riferisce ad appalti di tipologia
sensibilmente differente che avrebbero dovuto essere aggiudicati con separate
procedure di gara ovvero con una ragionevole suddivisione in lotti funzionali”.
Nel
caso di specie la S.A. ha ritenuto opportuno e conveniente accorpare in un
unico appalto tutti i servizi in oggetto, comprensivi di servizio energia,
manutenzione edile e impiantistica ordinaria e straordinaria per scuole, musei,
uffici giudiziari ecc, con l’obiettivo di conseguire risparmi sia sui costi del
personale interno sia sui singoli interventi, e ottenere la gestione univoca
del patrimonio immobiliare e impiantistico con l’idea di agevolare l’attuazione
di un programma di interventi manutentivi a canone su oggetti e beni specifici
peculiari della città (sistemi di limitazione del traffico, fontane storiche,
cippi, lapidi, aree di mercato).
Tale
scelta, tuttavia, “ha comportato un appalto avente un oggetto esteso,
comprensivo di prestazioni eterogenee, difficilmente confrontabile con
Convenzioni Consip settoriali, ma che si sarebbe ben prestato ad una
suddivisione in lotti funzionali o all’affidamento con gare separate,
trattandosi di interventi funzionalmente autonomi, per i quali sarebbe da
attendersi un elevato livello di concorrenza e di partecipazione delle PMI.
Nel
caso di specie, l’integrazione delle prestazioni richieste nel bando – osserva
l'Anac - ha chiaramente determinato una restrizione significativa del numero
dei potenziali concorrenti, e ha compromesso lo sviluppo di un adeguato livello
di concorrenza in gara, dimostrato dal fatto che la partecipazione è stata
limitata a soli tre concorrenti. Peraltro l’appalto risulta aggiudicato al
gestore uscente, che aveva già usufruito di due proroghe annuali”.
Secondo
l'Autorità “la procedura seguita ha avuto l’effetto di compromettere l’accesso
delle piccole e medie imprese, e di ledere l’interesse pubblico a un confronto
concorrenziale adeguato rispetto all’oggetto”.
Quanto
all’esigenza rappresentata dal Comune di Bologna di evitare le difficoltà di
gestione delle interferenze, nonché il dispendio di risorse interne da dedicare
alla gestione di fornitori diversi, l'Anac osserva che “la soluzione delle
suddette problematiche va ricercata, non già nell’affidamento unitario di tutte
le attività ad uno stesso soggetto, bensì attraverso un’adeguata attività di
coordinamento delle attività in essere (cfr. determinazione n. 3/2008 del 5
marzo 2008 dove si evidenzia che è cura delle stazioni appaltanti dare
indicazioni operative e gestionali su come superare i rischi da interferenza)”.
Nessun commento:
Posta un commento