sabato 10 novembre 2012

ESPOSIZIONE A POLVERI CONTENENTI SILICE


Le possibilità di essere addetti ad attività a rischio di significativa esposizione a silice cristallina sono molte elevate: dalla lavorazione delle pietre, all’edilizia, dalla foggiatura nell’industria ceramica alla fusione dei metalli, poiché i materiali che contengono tale minerale sono estremamente comuni in natura.
La silice è molto diffusa sia in forma amorfa che cristallina (o quarzo), rappresentando circa il 12% in peso di tutta la crosta terrestre (Klein, 1993) e la polvere di silice si libera in aria nel corso di operazioni che prevedono la frantumazione, la movimentazione o la macinazione di rocce, di sabbia, di cemento e di alcuni minerali.
Le dimensioni delle particelle della silice (soprattutto quelle inferiori a 5 mm di diametro), le caratteristiche di superficie (materiali frantumati di recente) e la tipologia della sua struttura cristallina (presenza di elementi bioreattivi sulla superficie) possono influenzarne la tossicità esacerbandone l’effetto.
Inalare particelle che contengono quarzo può causare quella che si chiama una pneumoconiosi (Niosh, 1994); questa si instaura per la reazione fibrotica dei tessuti del polmone quale reazione alle polveri contenenti silice cristallina ed il rischio di ammalarsi cresce con l’aumentare della quantità di polveri inalate. Vedi documento INAIL

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