La
barriera a muretto è sagomata verso il potenziale urto del veicolo con una
particolare sequenza di tre pendenze diverse.
Esse
hanno il compito di muovere la ruota urtante in modo tale da far prima salire
il veicolo sul paramento cosi sagomato (creando l’accelerazione assente nelle
barriere di tipo a lama e paletti) per poi rinviarlo verso la carreggiata
stradale che aveva abbandonato, in un tempo più o meno lungo a seconda
dell’angolo e della velocità dell’impatto.
Se
l’energia dell’urto è più elevata, la barriera ha anche una spostamento che
dissipa energia per attrito.
Lo spostamento delle barriere a muretto dà luogo ad un’ansa, più o meno accentuata, nella linea di protezione.
Esso induce l’affiancamento del veicolo all’elemento di barriera e non lo fa rimbalzare verso il centro della strada, come capita negli urti elastici senza spostamenti.
Lo spostamento delle barriere a muretto dà luogo ad un’ansa, più o meno accentuata, nella linea di protezione.
Esso induce l’affiancamento del veicolo all’elemento di barriera e non lo fa rimbalzare verso il centro della strada, come capita negli urti elastici senza spostamenti.
Questo
effetto, unitamente al meccanismo di sali-scendi già descritto, facilita il
controllo della traiettoria e la redirezione, soprattutto per i veicoli di maggior massa.
Il
minor danneggiamento delle vetture rispetto agli urti contro barriere
metalliche è invece dovuto al meccanismo di sali-scendi. (Abesca)
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