lunedì 11 giugno 2018

L’HANNO CHIAMATA SOFT LAW. IN REALTA’ E’ UN DELIRIO


Bastava apportare alcune modifiche e integrazioni al precedente Codice per adeguarlo alle nuove direttive UE. Non solo hanno riscritto il Codice ma hanno anche abolito il Regolamento. Al posto di un unico regolamento di attuazione (per il quale si poteva anche impiegare un po' di tempo in più, come successe per il DPR 207/2010) da sottoporre una sola volta ai vari pareri, ci troviamo con decine di provvedimenti (oltre 60) che devono essere prima predisposti e, poi, sottoposti ad uno ad uno ai vari pareri. Il risultato è, ormai, sotto gli occhi di tutti: un codice che annaspa tra provvedimenti mai predisposti, provvedimenti predisposti e riscritti parecchie volte, provvedimenti già pubblicati ma non utilizzabili perché entreranno compiutamente in vigore tra qualche anno e così via. Senza contare i pareri e le delibere dell’ANAC, le sentenze dei TAR e del Consiglio di Stato. In pratica una grande confusione derivante dall’assenza di una valida regia. E poi tutti lamentano la lentezza della burocrazia! Provate ad applicare questo delirio di norme e cavilli degni della peggiore tradizione bizantina! Il problema non sono i funzionari (genericamente classificati come “burocrazia”) che devono realizzare le opere ma chi predispone le leggi ed i regolamenti. SEMPLIFICARE! SEMPLIFICARE! SEMPLIFICARE!