“Dai dati ANAC emerge che nel 2017 sono state
bandite n. 255.151 procedure per un ammontare complessivo posto a base di gara
di €. 133.484.439.787. Nel 2018 le procedure bandite sono state 238.101 per un
ammontare complessivo di €. 141.331.493.984. Rispetto al biennio precedente il
numero delle gare si è raddoppiato. Dai dati ANAC raccolti nelle precedente
indagine, emergeva infatti che nel 2015 erano state bandite n. 136.645
procedure per un ammontare complessivo posto a base di gara di €.
121.976.997.204; nel 2016 le procedure bandite erano state 120.628 per un
ammontare complessivo di €. 110.327.176.475”.
I
dati sono contenuti nel documento del Consiglio di Stato “Analisi di impatto
del contenzioso amministrativo in materia di appalti – biennio 2017/2018”.
Nel
documento si legge che “nonostante le impugnazioni, in termini numerici siano
lievemente cresciute rispetto al biennio 2015/2016 (per il 2015 risultavano
infatti depositati 3.565 ricorsi, per il 2016 n. 3.329), ove si raffronti,
invece, il dato contenzioso con (l’incrementale) andamento delle procedure
bandite, emerge una netta e rilevantissima diminuzione del tasso di contenzioso
rispetto al 2015/2016. Per il 2015 esso risultava pari a 2,61% degli appalti
banditi e per il 2016 pari al 2,76%. Nel biennio 2017/2018 esso risulta
rispettivamente dell’1,4% e dell’1,5%.”
Esiste
una coincidenza temporale con l’introduzione di un innovativo meccanismo
processuale: il rito superaccelerato di cui all’art. 120 bis, introdotto dal
legislatore nel 2016, che prevede l’onere di impugnare sin da subito l’ammissione
delle imprese concorrenti alla gara, in modo da ammettere, in sede di
impugnazione dell’aggiudicazione finale, solo le censure relative alla
meritevolezza dell’offerta economica.
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