Per
la Commissione europea la prassi di Anas e Rfi di saldare i lavori dopo 4/5
mesi dalla loro realizzazione è del tutto contraria alle disposizioni della
Direttiva pagamenti che prevedono l’obbligo di saldo entro 30 giorni.
L’Associazione
nazionale costruttori, circa un mese fa ha interpellato gli uffici di Bruxelles
sulle clausole di pagamento utilizzate dalle due più grandi stazioni
appaltanti, Anas e Rfi, che prevedono il saldo dei lavori dopo 4/5 mesi dalla
loro realizzazione.
Una
prassi che secondo la Commissione Ue appare del tutto contraria alle
disposizioni della Direttiva pagamenti che prevedono l’obbligo di saldo entro
30 giorni. “Si tratta di un’indicazione importante di cui tutte le stazioni
appaltanti devono tenere conto e che deve essere recepita pienamente e al più
presto dal Parlamento, cogliendo l’occasione della legge di Bilancio o di
quella europea in corso di approvazione”, sottolinea il Presidente Ance,
Gabriele Buia.
“La
riduzione dei tempi di pagamento è in grado di far rientrare nelle casse delle
imprese 5 miliardi di euro, riducendo in tal modo il gap di competitività che
pesa come un macigno sul nostro sistema”.
L’Italia,
peraltro su questo tema, è sorvegliata speciale della Commissione europea che
ha avviato due procedure di infrazione.
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